Storia

Storia

Sintetizzare la storia della Fondazione “Il Cireneo onlus per l’autismo” è un’impresa ardua, al pari del lungo percorso e il duro lavoro svolto nella Regione Abruzzo.

Nel 2003, con lo scopo di costruire una rete di servizi e di promuovere un chiaro percorso legislativo, condiviso e garante delle esigenze delle persone più deboli, fino ad allora assente nella Regione, è stata costituita la Fondazione per sperimentare un percorso di cura e assistenza, il cui diritto costituzionalmente garantito era da troppo tempo negato ai propri figli, di fatto trattati come cittadini di serie “B”.

 
 

Negli anni che hanno preceduto la nascita della Fondazione è stato portato avanti un lavoro di associazionismo volto a promuovere la conoscenza del “disturbo” e per richiamare l’attenzione delle Istituzioni, fino ad allora distratte se non addirittura completamente assenti.

Le famiglie incontrate, che hanno rafforzato la necessità di costituire questa Fondazione, portano con se il ricordo e l’esperienza della mancata diagnosi, dell’abbandono, dell’assenza di un percorso e di un futuro negato, oltre ai danni psicologici derivanti da assurdi “sensi di colpa” generati dalla falsa e, ormai superata, presunta responsabilità materna.

Gli attuali centri, le proposte riabilitative e il modello dei servizi presenti in Abruzzo, si devono quindi alla tenacia e al duro lavoro della Fondazione Il Cireneo, che ha trasformato le attese e riassunto le necessità, dando vita ad un modello di presa in carico in diversi territori della Regione e più precisamente nella provincia di Chieti (Vasto nel 2006 e Lanciano nel 2008), nella città di L’Aquila nel 2007 ed infine a Teramo nel 2016.

Il modello adottato, istituito e validato da questa Fondazioneattraverso percorsi progettuali sperimentali, ha trasformato l’attività ambulatoriale, inefficace e inappropriata, in un sistema di tipo riabilitativo-educativo semiresidenziale, con caratteristiche strutturali e organizzative, appositamente studiate dal personale specializzato, modellate per persone con disturbi dello spettro autistico, oltre a superare il “calvario” della mancata diagnosi ad opera di alcuni professionisti che non erano formati e quindi non in grado di dare risposte.

Il modello riabilitativo prevede prestazioni giornaliere per tre ore di trattamento in favore di bambini in età prescolare, scolare e adolescenti, e per sei ore di trattamento per l’età adulta e/o ragazzi fuori dall’obbligo scolastico.

Il proliferare di nuove associazioni, impegnate a tentare e sperimentare nuovi percorsi riabilitativi, sono oggi la risposta e la conferma di aver tracciato una strada per tanti …. sia per chi è passato da noi, sia per quanti oggi cercano di organizzarsi per dare risposte mutuate dalla nostra esperienza.

Gli ostacoli, le lotte per l’affermazione ed il riconoscimento di diritti e di servizi, molti ancora da superare, sono e restano una parte indelebile della NOSTRA STORIA e costituiscono la linfa vitale per andare avanti nel cammino accanto ai “NOSTRI FIGLI”.

Solo di recente , con la Legge 134 del 18 Agosto 2015 , è riconosciuto il percorso dedicato al disturbo dello spettro autistico e nel 2017 il Legislatore ha inserito l'autismo nei L.E.A. (Livelli Essenziali di Assistenza) e nel nomenclatore delle prestazioni sanitarie.